Raccontare il Vino Nobile di Montepulciano non è mai facile. Vuoi per le differenze tra i vini, spesso “abissali”, vuoi per i vari gruppi e associazioni di produttori che si formano parallelamente al Consorzio, vuoi anche per un territorio che concentra al suo interno diverse variabili. L’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, quest’anno, ci regala vari spunti di riflessione per una zona che merita attenzione come alternativa al Sangiovese del Chianti e del Chianti Classico o al Brunello di Montalcino, evitando però “scopiazzature” senza senso e senza anima. Dicevano delle differenze tra i vini: si tratta di scelte delle singole aziende, che hanno a loro disposizione la variabile dell’uvaggio. Il disciplinare del Vino Nobile di Montepulciano, infatti, come si legge dal sito del Consorzio, prevede l’utilizzo di «Sangiovese, denominato a Montepulciano “Prugnolo Gentile”, per un minimo del 70%. Possono inoltre concorrere fino ad un massimo del 30% i vitigni complementari a bacca rossa idonei alla coltivazione nella Regione Toscana, purchè i vitigni a bacca bianca non superino il 5%».